martedì 2 settembre 2014

Sanfedismo


Lì, li dissero: ladri usciti dalle tane,
ma non portaron via nemmeno un pane;

ma li sentii mandare un solo grido:
«Siam venuti a morir pel nostro lido».


Da Wikipedia: "Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti, riuscì a fuggire a Sanza, vicino a Buonabitacolo, dove all’alba del 2 luglio il parroco, don Francesco Bianco, fece suonare le campane per avvertire il popolo dell'arrivo dei "briganti". I ribelli furono ancora una volta aggrediti e massacrati uno a uno a colpi di roncola, pale, falci"


L’episodio di Carlo Pisacane si studia (o si studiava?) a scuola. Ai contadini nobili e preti dicevano che “li francesi” venivano a rubargli tutto – non avevano nulla.

E ancora oggi “i giacobini” – anche se i termini sono comunista, radical chic, ecc – sono visti come gente che vuole togliere la felicità agli italiani. Basta che una cosa sia vagamente di sinistra – cioè giacobina – perché nel comune sentire si connoti come altamente negativa, malefica, nemica del popolo – mentre più una forza è rezaionaria e conservatrice e più viene vista come amica del popolo. Oltre a quelli – più onesti – che ammettono esplicitamente di odiare "li francesi", i giacobini, l’illuminismo, la modernità, la sinistra, molti che invece di dire di assere antimoderni dicono di essere anticapitalisti. Non solo alcuni gruppi neofascisti, anche molti che si considerano comunisti.

Apro una necessaria parentesi. La modernità è piena di contraddizioni, ha portato con sé lo sfruttamento capitalistico, l'imperialismo, il controllo, la distruzione dell'ambiente. Però 1) il feudalesimo non era certo meglio 2) non tutta la modernità è capitalismo.

Chiusa questa parentesi viene da chiedersi: perché? Perché un popolo schiacciato dalla nobiltà e dai preti è tanto attaccato alla nobiltà e ai preti (nelle varie metamorfosi di queste classi reazionarie)?.La spiegazione di solito viene vista nella religione, oppure nell’arretratezza economico-sociale. Credo che un poeta - Lamartine - ci aiuta a capire meglio. Lamartine diceva che l’Italia era il Paese dei morti.

L'Italia, dalla seonda metà del 1500, con la controriforma, le dominazioni straniere, e una gravissima crisi economica, era effettivamente entrata in un torpore simile alla morte. I nobili si vendevano il Raffaello di famiglia a due soldi per continuare a vivere tra feste e lussi, del tutto incuranti della cura delle loro proprietà, e il popolo dimenticava la fame strutturale con le frequenti feste religiose e profane. Napoleone – giacobino – riuscì a risvegliare – anche se solo in parte – il Paese, instillando in alcuni – anche cattolici – le idee che portarono al Risorgimento, e più tardi all’antifascismo e alla lotta partigiana e ai movimenti di sinistra

Ma i morti non amano essere svegliati – la vita è, anche, fatica, mentre il sonno della morte è per definizione riposo. E’ naturale che i morti odino chi viene a turbare il loro sonno e amino invece le pietre che sigillano il loro sepolcro.







Nessun commento: