giovedì 23 giugno 2016

Sintesi

Marx dice che il comunismo è quel movimento reale che fa la sintesi dialettica dello stato di cose presenti. Di solito questa frase famosa viene tradotta con !"abolisce", ma in tedesco è aufhebt, che significa sintesi dialettica. Un'interpretazione diffusa ma errata pensa che il comunismo (e la rivoluzione) si situino nel momento dell'antitesi - che è anche più facile, basta fare il contrario di quello che esiste - ma la sintesi è assai più difficile. La sintesi spesso  prende la forma di un rovesciamento dialettico, ma non è sempre così.

lunedì 13 giugno 2016

Piccolo dizionario marxiano II

Critica: Critica è un termine kantiano molto usato da Marx. Significa approssimativamente mantenere i risultati cambiando i fondamenti. Per esempio, la critica di Feuerbach mantiene i risultati (dio è una proiezione dei nostri desideri) cambiando i fondamenti in fondamenti materialistici,.

Critica dell'economia politica: questa espressione è il sottotitolo del Capirale (oltre che di un libretto preparatorio alla grande opera). Per il significato di critica vedi; quello che vorrei chiarie è chi è l'economia politica: Adamn Smith. In sostanza il capitale dice che il capitalismo, che si riprometteva di portare la ricchezza alle nazioni, in realtà porta povertà, caduta tendenziale del saggio di profitto fino alla stagnazione (cosa già ammessa da Smith) e crisi ricorrenti. Smith non viene quasi mai citato da Marx nella sua vasta opera, anche nei Grundrisse gli accenni sono brevissimi, ma è il convitato di pietra di tutto il suo lavoro. Purtroppo se non si è letto o per lo meno non si conosce Smith l'economia marxiana, che ne reappresenta sostanzilamente l'antitesi, è abbastanza incomprensibile.

Rivoluzione: rivoluzione non significa fare tabula rasa e ricominciare da capo, come pensava Nietzsche e come si pensava negli anni '70: etimologicamente e logicamente rivoluzione significa rovesiamento, cioè mettere sopra quello che sta sotto, oppure (equivalentemente) invertire i rapporti di dipendenza. Quando la claasse subalterna prende il potere, rovescia i rapporti tra le classi, e questo comporta un cambiamnento più profondo e radicale che se si distruggesse tutto. Quando Copernico sposta il centro del sistema solare dalla terra al sole compie una oggettiva rivoluzione che cambierà completamente, come diretta conseguenza, la fisica, portando alla nascita della fisica moderna. La rivolzuione copernicana è un rovesciamento dialettico e un ottimo esempio di Aufhebung.

Rovesiamento dialettico: un tipo particolare ma molto comune in Marx e Hegel di sintesi dialettica è il rovesiamento dialettico, che si ha quando un'antitesi dipende dalla tesi. Se AT<-t -="" a="" accorge="" antitesi.="" cambiamento="" certo="" che="" ci="" consiste="" dal="" dall="" del="" di="" dialettica="" dialettico="" dipende="" dipendere="" far="" fare="" forma="" i="" il="" importante="" la="" logico="" ma="" marx="" materiale="" meno="" mentre="" nel="" nella="" non="" padrone="" per="" pu="" punto="" rovesiamento="" se="" servo-padrone="" servo="" si="" siccome="" tanto="" tesi="" un="" una="" vista="">padrone
che viene a dipendere dal servo. La rivoluzione è un tipo di rovesciamento dialettico.
Sintesi dialettica (Aufhebung). Aufheben significa letteralmente togliere; nei testi marxiani viene solitamente tradotto con abolire. In realtà il senso reale è "spostare il punto di vista". La triade dialettica consiste infatti nella tesi, nell'antitesi che ne è il suo perfetto contrario, e nella sintesi (Aufhebung) che consiste nel riconsiderare il problema da un altro punto di vista (che dà origine a una nuova coppia tesi-antitesi).

Destra e sinistra

Se destra è il partito dell'alta borghesia, sinistra il partito del proletariato, i partiti che rappresentano il ceto medio (attualmente essenzialmente i 5stelle) hanno ragione a dire di non essere né di destra né di sinistra.

In realtà è sinistra chi sta dalla parte del più debole; quindi i 5 stelle sono di sinistra quando lottano contro la cosiddetta casta, e di destra quando sono contro gli immigrati o i gay (anche se le loro posizioni al riguardo sono assai poco chiare)

martedì 7 giugno 2016

Piccolo dizionario marxiano I

Marx, nonostante le apparenze, va molto di moda, specialmente su social. Mi accorgo però che molti dei commenti, per quanto validi e utili, sono fatti da persone che non padroneggiano bene la dialettica. In effetti, anche se Marx fa riferimenti qua e là del procedimento dialettico, dà per scontato che uno conosca questo metodo (che deriva da Hegel) nella sua forma materialistica.
In effetti, chi conosce la dialettica tende a leggere Marx in un modo molto più sottile del solito. Lacan, per esempio, che pure era un conservatore, utilizza massicciamente concetti marxiani, anche se questi sono in una forma in cui possono apparire irriconoscibili; Jeremy Rifkin, che non è certo comunista, anch’esso si basa sui concetti eonomici marxiani, anche se anche in questo caso in una forma apparentemente irriconoscibile. Chi non conosce la dialettica tende invece a reiterare sostanzialmente le frasi di Marx (perché in fondo ne capisce la forma ma non il contenuto reale).


Anarchia: Marx non parla mai di forme di governo o di diritto, in quanto queste derivano dalla composizione delle classi. Però un bellissimo libro di Engels – ma chiaramente suggerito nelle linee fondamentali di Marx – si chiama la nascita della famiglia, della proprietà privata e dello stato. Parla di antropologia (molti marxisti pensano che l’antropologia sia sempre al servizio del colonialismo, ma evidentemente non sanno che esiste questo libro), ma implicitamente il titolo suggerisce che come famiglia proprietà rprivata e stato sono nati, così un giorno finiranno. E il comunismo comincia proprio quando proprietà privata famiglia e stato scompaiono. Non a caso Lenin (in Stato e Rivoluzion) afferma che i comunisti hanno lo stesso scopo degli anarchici – si potrebbe addirittura sostenere – paradossalmente . che il marxismo è una varietà di anarchia storicista e economicista.

Astratto: Nel linguaggio comune astratto significa grosso modo figurato, mentale, mentre concreto significa fisico. Nel linguaggio della dialettica marxiana il significato è completamente diverso. Concreto è l’unità di tutte le determinazioni, mentre astratto è ciò che non sintetizza tutte le determinazioni. Il concetto si capisce facilmente con un esempio. “Il sole è caldo” è una singola determinazione, e perciò è estratto; il sole è giallo è una singola determinazione, “il sole è una stella” è una singola determinazione e quindi astatta. “Il sole è una stella di media grandezza” è concreto in quanto unisce queste tre determinazioni: stella, gialla, calda. Ovviamente possiamo pensare ad altre determinazioni (il sole sta al centro del sistema solare) che non sono comprese in questa  sintesi di determinazioni, anzi, possiamo aggiungere un numero infinito di determinazioni, per cui il movimento dall’astratto al concreto (movimento reale) è potenzialmente infinito: il reale è un limite (il reale è l’impossibile come diceva Lacan).

Materialismo: Nel linguaggio comune materialista è chi pensa che esiste solo la realtà fisica, ma nel linguaggio marxiano materialista è chi pensa che il reale sia concreto (vedi ).

Movimento reale: il ciclo dialettico passa dall’astratto al concreto e poi di nuovo all’astratto. Però un ciclo può avvenire in due sensi: partire dall’astratto e arrivare al concreto oppure partire dal concreto e arrivare all’astratto. Nel primo caso si ha il materialismo (vedi) nel secondo caso l’idealismo (Hegel, ma in realtà quasi tutta la filosofia occidentale).



Cultura di governo

La DC rimproverava sempre al PCI di non avere cultura di governo. Era un argomento piuttosto sofistico, ma evavno perfettamente ragione - appare del tutto evidente adesso che al governo ci stanno, per quanto trasformati in PD post-bersaniano neoliberista. Renzi - al di là del contenuti, nel metodo è estremamente approssimativo. L'arroganza stessa, il lasciatemi lavorare, è tipico di chi il potere non l'ha mai avuto e improvvisamente gli è piombato addosso - i caporali sono arroganti, i generali mai, perché sanno prima di tutto che il potere viene e va, e poi che la base del potere è, in fin dei conti, il consenso.